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Nell’Opaco (2021)

Nell’Opaco (2021)

Rivendico il diritto di ognuno all’opacità, ossia a non essere compreso totalmente e non comprendere totalmente l’altro. Bisogna vivere con l’altro e amarlo, accettando di non poterlo capire a fondo e di poter essere capiti a fondo da lui. Chiamiamo dunque opacità ciò che protegge il Diverso.

Eduard Glissant

Di e con: Enrico Bevilacqua, Alessia Bombaci, Chiara Borsini, Nicola Castellini, Nina Filippo, Agnese Garofalo, Maurizio Giacobbe, Nahom W. Hailemariam, Ali Hasnain, Talha Javed, Christine Lord, Ruize Ma, Mohammad Ali Montaseri, Arthur Nyangwa Njiomo, Maria Orsini, Walter Pituello, Anna Poppiti, Abanoub Saleh, Maria Alda Scarcella, Jhans A. Serna Rayme, Abanoub Saleh, Edoardo Spoto, Simone Tinarelli, Mahamadou Tounkara, Tomoya Tsujino.

Ideazione e regia: Danilo Cremonte

Luci: Stefan Godonoga, Cristhian Sorci. Assistente: Axel Lepper.

Frammenti della recensione dello spettacolo sul numero di Micropolis

«Se dunque il “mondo” non si riduce a quella che consideriamo la realtà, e c’è un “prolungamento” verso una dimensione diversa (dove anzi il diverso è “protetto”), tutti gli oggetti, le situazioni, le intenzioni che sono sulla scena, che avvengono nella scena, possono prolungarsi nel loro “diverso” e trasformare in qualche modo la realtà. Così le gabbie, simbolo del tormento di una prigionia che sembra senza scampo – sottolineata dal racconto del topolino di Kafka morto nella trappola, e poi ancor più da quel brano terrificante da Nella colonia penale, sempre di Kafka – possono diventare strumento di gioco, quasi di un balletto, rivelando la possibilità di una liberazione.»

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